Premio Diritti Umani Stefano Cucchi Onlus 2019 a Gulotta, Ioia e alla comunità Sikh di Latina per la battaglia per i diritti dei lavoratori nell’Agro Pontino
Onlus
Giuseppe Gulotta, Pietro Ioia e la comunità Sikh di Latina che porta avanti la battaglia per i diritti dei lavoratori nell’Agro Pontino. Sono questi i vincitori del Premio Diritti Umani 2019 dell’Associazione Stefano Cucchi Onlus: verranno conferiti domani 12 ottobre all’Angelo Mai a Roma, nel corso della prima della due giorni del Quinto Memorial Stefano Cucchi a Roma. I premi sono realizzati come ogni anno da Mauro Biani.
A ritirare il premio, domani sera, Giuseppe Gulotta, Pietro Ioia e Gurmukh Singh, presidente della comunità indiana del Lazio.
I premi
C’è un numero che accomuna Gulotta e Ioia: 22. Sono gli anni che entrambi hanno passato in carcere. Il primo da innocente: si tratta di uno degli errori giudiziari più gravi della storia della Repubblica. A 18 anni si è autoaccusato di aver ucciso due giovani carabinieri: la sua confessione era stata estorta con botte, violenze e torture.
Il secondo da colpevole: entrato per piccoli reati, in breve tempo è diventato un narcotrafficante internazionale di hashish e cocaina. Ha scontato la sua pena in 20 diversi istituti penitenziari e ha pagato i suoi errori: «Ho regalato gli anni migliori della mia vita alla carceri, non ho visto i miei figli crescere e per questo ho deciso di cambiare vita», dice sempre. Ma è riuscito a conquistarsi una seconda possibilità nella vita e ha avuto il coraggio di denunciare l’abuso e la sospensione dello stato di diritto, portando allo scoperto quello che accadeva nella cosiddetta Cella Zero del carcere di Poggioreale, dove Ioia ha trascorso sette anni di reclusione. «La Cella zero è un luogo di tortura e violenza, situata al piano terra della struttura: di giorno era utilizzata come smistamento, per le visite mediche e per i colloqui per poi divenire di sera luogo di tortura dove i detenuti erano pestati», spiega.
«Dimenticati e abbandonati dalle istituzioni: quelle di Ioia e di Gulotta sono storie esemplari di quegli “organi” malati ancora presenti nel “corpo” della giustizia italiana», spiegano dall’Associazione Stefano Cucchi Onlus. «Dimenticati dalla società» come lo sono i Sikh di Latina: sfruttati e ricattati nell’Agro Pontino, «hanno trovato la forza di sollevarsi e di far sentire la propria voce per una giustizia che dovrebbe semplicemente essere la normalità», dice ancora la Cucchi Onlus.
«Sono storie di giustizia negata. Hanno fatto sentire la loro voce e vogliamo contribuire alle battaglie che portano coraggiosamente avanti», dice Ilaria Cucchi, presidente dell’associazione. «La mia famiglia, da dieci lunghi anni, sa bene cosa vuol dire trovarsi davanti a muri da abbattere. Camminiamo insieme nella lotta per una giustizia che sia tale anche per gli ultimi: il velo può essere squarciato».
Il Memorial Stefano Cucchi
«Dieci anni senza Stefano. Umanità in marcia»: è questo il titolo del 5° Memorial Stefano Cucchi, il 12 e 13 ottobre a Roma, a dieci anni dalla morte, mentre era nelle mani dello Stato, di questo ragazzo di 31 anni che ormai tutta Italia conosce.
«La morte di Stefano Cucchi è entrata nella Storia del Paese. Quanto accaduto dieci anni fa ha oltrepassato le mura delle carceri e le aule processuali, è diventato oggetto di dibattito pubblico, fatto politico, giornalistico e, insieme, motivo di risveglio della coscienza civile di un Paese intero», spiegano le realtà promotrici del Memorial: l’Associazione Stefano Cucchi Onlus, Il Comitato Promotore Memorial Stefano Cucchi e l’Associazione Comunitaria.
L’appuntamento è per sabato 12 ottobre 2019 dalle ore 18.30 con dibattito e concerto presso l’Angelo Mai – viale delle Terme di Caracalla 55. Al dibattito parteciperanno Ilaria Cucchi, Fabio Anselmo, il direttore de L’Espresso Marco Damilano e Luigi Manconi, con un contributo del fotoreporter Francesco Zizola. Il Memorial prosegue poi domenica 13 ottobre 2019 dalle ore 9.00 con la tradizionale Maratona e Sport sociale presso il Parco di Torre del Fiscale – Via di Torre Branca.